L’Eco di Bergamo (L’Eco café): In diecimila a Vall’Alta medievale. Adua, la sarta dalle mani d’oro

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Giove Pluvio è stato ben lontano da Vall’Alta. Nel cielo un gran bel sole. E, così, il programma di «Vall’Alta Medievale» si è dipanato secondo copione. Merito anche delle suadenti musiche cortigiane, proposte dai vari gruppi che hanno partecipato alla sfilata e che sono riuscite ad allontanare ogni rischio di pioggia regalando ancora una volta uno spettacolo fantastico, esaltando i diversi quadri di vita medievale allestiti dai volontari della parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giacomo Maggiore.

Per tutta la giornata di ieri, al pari di venerdì e sabato, le atmosfere del Medioevo l’hanno fatta da padrona, richiamando migliaia di visitatori, calcolati in oltre 10.000 persone.

A decretare il successo del weekend storico sono stati il mercato medievale e la festa castellana, che sono serviti a far rivivere atmosfere d’altri tempi, quelle che si respiravano nel Medioevo, in uno dei borghi montani più belli della Val Seriana.

Per le strade, per l’occasione ricoperte di paglia, era uno sfilare di guarnigioni di soldati che catturavano banditi, gruppi di notabili, dame e damigelle che sfilavano verso la chiesa, stregoni che inscenavano danze macabre, boia che torturavano i furfanti sulla ruota, frati del convento che pregavano davanti al sagrato, con sotto il saio della corroborante grappa di uve settembrine.

E riflettori puntati sugli stupendi costumi d’epoca, frutto della maestria di Adua Cugini, 77 anni, una vita spesa in sartoria, nella ditta Salfra (F.lli Salvi), a Bergamo, proprietaria del negozio Petronio. «Ben 63 anni con l’ago in mano – sottolinea la “bianca” (di capelli) Adua, chiamata “la sarta di Vall’Alta” –. Ora, in pensione, realizzo i vestiti della festa: quest’anno ne ho fatti 14, ma in otto anni ne ho confezionati oltre 50: in lana, fustagno, velluto, in broccato e damascato, con inserti dorati e passamanerie. Me li ordinano i figuranti: li pagano loro, sono di loro proprietà. Il prezzo va dai 100 ai 500 euro. Il ricavato lo consegno in parrocchia, per coprire le spese del nuovo oratorio».


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